Centro di Proctologia

La Proctologia è quella branca della Chirurgia che si occupa delle patologie a carico del retto e dell’ano, come ad esempio emorroidi interne ed esterne, emorroidi sanguinanti, ragadi anali, presenza di sangue nelle feci, fistole, ascessi o prolassi rettali, rettocele.

Si consiglia di sottoporsi a visita specialistica proctologica in caso di dolore durante l’evacuazione, o in presenza di qualunque altro sintomo dubbio, come la presenza di sangue nelle feci per confermare la diagnosi, escludere patologie concomitanti e consigliare la terapia più idonea in base allo stadio della malattia.

Elenco dei servizi

  • EQUIPE

    • Dott. Amaturo Antonino
    • Dott. Meucci Massimo

Emorroidi

Le emorroidi sono delle strutture vascolari site nella parte terminale del retto. 


Si tratta di una normale componente anatomica: tuttavia, nel linguaggio comune, col termine "emorroidi" si intende la situazione patologica connessa (malattia emorroidaria), in cui le emorroidi si presentano dilatate e infiammate.


il passaggio delle feci o uno sforzo possono danneggiarne la superficie, provocandone il sanguinamento. Inoltre, un sforzo eccessivo può spingere le emorroidi stesse verso l'esterno (emorroidi sporgenti o prolasso), causando dolore o irritazione. 


Numerose sono le tecniche di cura, ambulatoriale o in regime di ricovero.Così si possono proporre trattamenti senza anestesia o con la sola anestesia locale, come la legatura elastica, la sclerosi o la dearterializzazione o interventi più radicali che necessitano di ricovero. Nel tempo, tale tipologia di intervento delle emorroidi ha subìto numerose evoluzioni.


Ad oggi, esistono tre principali tipi di interventi chirurgici: il metodo classico (emorroidectomia tradizionale aperta), il metodo Longo (riposizionamento delle emorroidi prolassate) e il metodo THD (sutura dei rami terminali dell'arteria.


Ragade Anale

La ragade anale è un’ulcerazione (ferita) che si forma sull’ano, generalmente nella parte posteriore, di lunghezza pari a qualche millimetro.

 

La sua presenza è spesso causa di fastidio e dolore ed è di norma causata da alterazioni dell’alvo protratte nel tempo, come diarrea e/o stitichezza, eventualmente sintomo di condizioni croniche (come il morbo di Crohn); nei casi più gravi può essere così profonda da raggiungere la muscolatura sottostante.

Per confermare la diagnosi è consigliato effettuare una manometria ano-rettale.

 

Si parla di ragade cronica nel caso di mancata guarigione dopo 6-8 settimane.

Il sintomo più caratteristico è il dolore, particolarmente violento e urente (cioè che causa sensazione di bruciore); il paziente lo descrive spesso con aggettivi come “tremendo”, “lacerante”, “tagliente” e si presenta a ogni evacuazione, per durare poi sotto forma di spasmi di bruciore per diverse ore.


Può essere così forte da indurre il paziente a defecare il meno possibile per provare a ridurre i fastidi; In circa il 30% dei casi la ragade può guarire con un trattamento locale a base di creme anestetiche applicare varie volte nella giornata, soprattutto prima della defecazione, per attenuare lo spasmo dello sfintere anale.


Un’altra metodica alternativa, non chirurgica, prevede l’utilizzo di dilatatori anali.

Quando tutte queste possibilità terapeutiche non hanno dato i risultati richiesti è possibile effettuare una DAPC ( Dilatazione Anale Pneumatica Calibrata) o un intervento chirurgico.


Prolasso Rettale

Il prolasso rettale consiste nella dislocazione dell’intestino retto, o di una parte di esso, dalla sua normale sede, con una conseguente discesa dei tessuti verso il basso; in parole più semplici, si tratta di una condizione in cui l’intestino retto arriva a sporgere fuori dall’ano.

 

Esistono diversi tipi di prolasso e lo spettro della gravità che può assumere è quindi ampiamente variabile.

 

È una condizione che si manifesta più frequentemente in età avanzata e mostra una maggiore incidenza nelle donne rispetto agli uomini, anche se di fatto chiunque può esserne colpito. I sintomi principali comprendono la presenza di: 

  • fastidio e dolore,
  • perdite mucose,
  • sanguinamento,
  • sensazione frequente di dover evacuare,
  • prurito,
  • incontinenza fecale,
  • protrusione di tessuti rettali dall’ano.


Per porre diagnosi di prolasso rettale nelle forme conclamate è consigliato sottoporsi ad una visita proctologica, in cui verrà eseguito un esame fisico del retto. la diagnosi differenziale con altre patologie del distretto pelvico può richiedere l’esecuzione di alcuni esami.

  • Ano-rettoscopia: permette di diagnosticare un prolasso interno.
  • Colonscopia e Defecografia: oltre a dimostrare la presenza di un prolasso interno può rivelare concomitanti patologie come il rettocele, il cistocele o l’enterocele.
  • Manometria ano-rettale: permette di valutare la funzionalità degli sfinteri anali e viene eseguita soprattutto in previsione di un intervento chirurgico riparativo.


Cisti sacro-coccigea

Una cisti pilonidale (o cisti sacro-coccigea) consiste in una sacca, di natura benigna, che si forma in corrispondenza della regione sacro-coccigea e in particolar modo a livello della piega interglutea.


La cavità costituita da questa lesione può essere occupata internamente da peli, secrezioni sebacee, composti di consistenza liquida o semisolida oppure da frammenti cellulari, come quelli cutanei.


Anatomia semplificata della cisti pilonidale


La cisti pilonidale è particolarmente frequente negli uomini di etnia caucasica ed età compresa tra i 15 e i 25 anni, specialmente se impegnati in attività che comportano il mantenimento della posizione seduta per diverse ore (camionisti, impiegati che trascorrono molte ore al PC, …).


Questa patologia, pur non essendo di per sé particolarmente preoccupante, può essere fonte di notevoli disturbi in caso di infezione o infiammazione.


Il trattamento, a seconda dei casi, prevede l’attuazione di una terapia medica (antibiotica o infiammatoria, nelle fasi acute) o di un intervento chirurgico, mediante il quale la cisti viene asportata radicalmente (che purtroppo non esclude, tuttavia, la possibilità di una successiva recidiva).


Fistole Anali

Una fistola è una comunicazione anomala e patologica tra due diverse strutture dell’organismo, oppure verso l’esterno, che può essere immaginata come un piccolo tunnel; nel caso di fistola anale il tunnel mette in comunicazione il canale anale e la cute vicino all’ano.


Si vengono solitamente a formare come una conseguenza di ascessi anali che non guariscono correttamente. Gli ascessi hanno nella maggior parte origine dalle ghiandole anali, che si trovano tra lo sfintere anale interno e lo sfintere anale esterno e sboccano nel canale anale. Quando l’uscita di queste ghiandole si blocca, o quando queste ghiandole sono infettate da patogeni fecali, si può sviluppare una loro infezione che, a sua volta, può dar vita ad un ascesso, una raccolta di materiale purulento.


Le fistole anali si manifestano con un dolore sordo ma continuo nella regione anale, che aumenta durante la defecazione. L’ascesso che si viene a creare può inoltre rappresentare un punto di partenza per un’infezione sistemica, che si può manifestare con febbre e malessere generale.



Altri sintomi che si possono verificare sono:

  • GONFIORE PERI-ANALE
  • PERDITA DI PUS, MATERIALE SIEROSO, SANGUE O FECI DALLA FISTOLA
  • MACERAZIONE DELLA CUTE ATTORNO ALLA FISTOLA
  • STIPSI
  • TENESMO (SENSAZIONE DI DOVER DEFECARE ANCHE SE NON NECESSARIO, O D’INCOMPLETO SVUOTAMENTO DOPO L’EVACUAZIONE).

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